Jack Miller e Pecco Bagnaia hanno contribuito allo sviluppo della Ducati Desmosedici GP. L’australiano chiarisce punti forti e deboli della Rossa.
A Motegi Jack Miller si è reso autore di una prestazione che forse neppure lui avrebbe mai immaginato di poter fare. Ha impiegato appena due giri per prendersi la testa della gara, poi è volato in solitaria verso la bandiera a scacchi, regalando alla Ducati la sua terza vittoria dopo quelle di Jerez e Le Mans nel 2021. Sarà una separazione dolorosa dal punto di vista umano quello tra il pilota australiano e la Casa emiliana, ma dopo Valencia le strade dovranno dividersi.
Ancora quattro gare insieme, il Gran Premio del Giappone è forse una delle pagine più belle che conserverà dei suoi cinque anni con la Ducati Desmosedici GP. “All’ultimo giro stavo piangendo come un bambino. È stato fantastico, non sapevo di averlo dentro di me. È stato fantastico guidare [davanti] dall’inizio alla fine“. Ma l’impresa non è ancora finita, perché JackAss vorrebbe aiutare Pecco Bagnaia nella corsa al mondiale piloti, prima di passare alla KTM. “Porteremo il titolo a Bologna“, ha detto dopo la vittoria di Motegi.
Jack Miller svela la Ducati GP22
Jack e Pecco hanno dato un grande contributo al progetto Ducati MotoGP negli ultimi anni. Hanno inaugurato una nuova era per il marchio, che ha puntato su due giovani piuttosto che su piloti di esperienza o dalle richieste plurimilionarie. Insieme hanno contribuito allo sviluppo della Desmosedici GP, rendendola più veloce in percorrenza di curva, più facile da guidare anche per un rookie. Merito anche delle otto moto in griglia che consentono di raccogliere dati più facilmente e di intervenire più celermente sugli aggiornamenti.
Negli ultimi anni il marchio Ducati ha fatto evidenti passi in avanti, come dimostrano i tre Mondiali Costruttori di fila dal 2020 ad oggi. “Dal 2018, quando mi sono unito, ho notato un’evoluzione costante“, ha detto Jack Miller. “La moto funziona in modo molto solido in un’ampia varietà di condizioni: sul bagnato, con poca aderenza… Hanno trovato quel compromesso di avere la moto perfetta per una determinata pista, ma permette anche di poterci adattare a tutti i tipi di condizioni. Questo è ciò che ci rende così forti“.
Sicuramente i tecnici non potranno adagiarsi sugli allori, la concorrenza è agguerrita e anche la Desmosedici GP ha i suoi punti deboli. Ad esempio nei cambi di direzione, dove la Yamaha M1 è uno step avanti. Si lavora su un nuovo telaio e presto potrebbero arrivare novità importanti per la Rossa: “Questa è un’area in cui il lavoro continua, è un po’ fiacca nei cambi di direzione veloci“.