Chiusa nel 2021 l’esperienza in MotoGP, Danilo Petrucci sta trovando il meritato riscatto nel MotoAmerica: i motivi che lo hanno spinto al cambiamento.
Danilo Petrucci ha chiuso l’avventura MotoGP dopo dieci anni di gare, più della metà in sella ad una Ducati, con cui ha raccolto due vittorie: Mugello 2019 e Le Mans 2020. Nel 2021 ha corso la sua ultima stagione in classe regina con KTM Tech3, ma senza mai trova il giusto feeling con la RC16, un prototipo “troppo piccolo” per le due dimensioni (181 cm di altezza X 80 kg di peso).
Con i prototipi di oggi si ha un netto vantaggio se si è leggeri e bassi, c’è maggior spinta in accelerazione e anche sui rettilinei si guadagna qualche decimo utile. “L’anno scorso il mio problema erano i rettilinei, avevo un handicap di 0.2 o 0.3, è qualcosa che non puoi concederti in MotoGP“. I conti sono presto fatti in termini di tempi al termine di una gara: “Se sei più leggero di 10 kg puoi avere 0,2 secondi di vantaggio sul rettilineo, che in una gara di 20 giri è di quattro secondi“. Con le moto sempre più piccole Danilo Petrucci non ha avuto altra scelta che abbandonare la MotoGP.
Il pilota umbro si è rilanciato nella Dakar, dove ha conquistato una storica vittoria di tappa, poi ha fatto il salto nel MotoAmerica con Ducati, dove al momento guida la classifica. L’obiettivo è guadagnarsi la promozione nel WorldSBK per il 2023. Qui riesce a sfruttare in pieno il suo stile di guida, aggressivo in frenata, e il peso corporeo non è un impedimento come avveniva in classe regina. “Le dimensioni sono sempre state il mio problema in MotoGP“, ammette a Crash.net.
Da tempo si discute di introdurre una regola che sancisca un peso minimo per moto + pilota, richiesta più volte avanzata da Luca Marini (184 cm X 69 kg) che accusa alcuni degli stessi problemi di Petrucci. “Quando perdi qualcosa solo perché sei più alto è difficile da digerire… Soprattutto quando fai del tuo meglio a casa, in pista, nel box e i risultati non arrivano, è qualcosa che ti distrugge il cervello“.
A metà del Mondiale 2021 KTM e Danilo Petrucci hanno compreso e accettato che le strade erano destinate a dividersi, mai un pilota della sua stazza si sarebbe adattato alla RC16 e un suo eventuale impegno di collaudatore si sarebbe rivelato poco utile per la Casa austriaca. Considerando che oggi il ruolo di tester KTM è svolto da Dani Pedrosa, uno dei più leggeri della storia MotoGP (157 cm X 51 kg). “Così ho deciso, se voglio rimanere in MotoGP non voglio essere dietro. Ho riconosciuto di non essere il migliore e di non poter vincere più gare, a meno che non piova!“.