Si conclude il Gran Premio d’Australia, il terzo appuntamento della stagione 2022 di Formula 1, culminato con il trionfo di Leclerc. Come ogni lunedì, non possono non mancare le analisi sui migliori e i peggiori.
Finalmente Australia! Dopo due anni di assenza, è tornata la gara sul circuito di Melbourne e lo spettacolo non è mancato. A partire dal numero di tifosi, ben 420mila presenti durante l’intero di weekend. Sensazionale l’immagine a fine gara, con l’invasione degli spettatori in griglia: una cartolina.
Questo appuntamento è corrisposto al grande trionfo di Charles Leclerc e della Ferrari. Il team di Maranello, però, non è stato l’unico a sorridere dopo questa gara. Diversi, però, sono stati coloro che sono usciti con le ossa rotte e con la tappa di Imola che diventa già decisiva per il loro destino.
Non si può non partire dall’analisi dei migliori del Gran Premio. Diverse le sorprese, come quella di Albon che fa una gara intera con un solo set di gomme, portando i primi punti a Williams e dimostrando una gestione che nemmeno il miglior Perez sarebbe in grado di fare. Ad erigersi, però, è l’attuale dominatore del campionato: Charles Leclerc.
Ha definito la SF-75 una “bestia”, una vettura in grado di preformare in tutte le gare del calendario, seppur le filosofie dei circuiti siano completamente diversi ed opposti tra loro. Per domare una macchina del genere, però, c’è anche bisogno di un grande manico, di un pilota in grado di esprimersi soprattutto nei momenti decisivi. L’1:17.868 in qualifica è un Picasso traslato sul tracciato, così come la gara, semplicemente perfetta.
Un martello pneumatico dal giro numero 1. Dopo essersi scrollato la compagnia ingombrante di Max Verstappen, fa impazzire il monitor dei tempi con i giri veloci. Ne fa così tanti che chiede a Xavier Padros di fare un pit stop finale per migliorare il crono, dimenticandosi che il punto lo aveva già consolidato da tempo. Straordinario.
Ogni appassionato di questo sport vuole una lotta tra tutti i team e vedere McLaren in Bahrain in grande difficoltà è stato un dispiacere. Fortunatamente, però, è stato solo un brutto sogno per Woking: dopo una Jeddah di transizione, in Australia ritorna al vertice la MCL36. Un grande lavoro guidato dal giovane esperto Lando Norris che fa esplodere di gioia il suo garage con il quarto posto in qualifica. In gara perde il duello contro Mercedes, ma dimostra la sua maturità e consolida un quinto posto che vale oro per il morale della squadra.
Primo sussulto anche per Ricciardo. Aveva valutato positivamente il nuovo layout del tracciato e questa poteva essere la prova giusta per ottenere la prima top-10 stagionale. Il tabù podio in casa persiste, ma almeno non deve ritirarsi, consuetudine verificatasi troppo spesso negli ultimi anni qui all’Albert Park. Un sesto posto che fa bene anche in vista di un rinnovo con McLaren.
Il pilota peggiore del GP d’Australia non può che essere Fernando Alonso. Un vecchio saggio direbbe: tutto fumo, ma niente arrosto. L’asturiano ha tra le mani un Alpine scattante e rapidissima nel secondo settore. Forse c’erano anche i presupposti per una solida seconda fila e una lotta per il podio in gara, ma il 40enne spreca questa grande occasione.
In Q3 sbatte contro il muro a curva 11, in cui anche l’idraulica non ha certamente aiutato. In gara non riesce a gestire benissimo le coperture: durante la prima Safety car era balzato fino alla quarta posizione, salvo poi degradare troppo velocemente le gomme e a fine gara è costretto a fare una sosta e trasformare un piazzamento a punti in un amaro 17esimo posto. E intanto Ocon continua ad essere costante: 20 punti già raccolti dal francese contro i due del due volte campione del mondo. C’è bisogno di una scossa.
Acclamata da tutti per la grande vettura e le grandi prestazioni in Bahrain e a Jeddah, ma oggi Haas fa un importante passo indietro. La VF-22 non è mai particolarmente brillante, tanto che il miglior risultato in qualifica è un amaro 15esimo posto con Mick Schumacher.
Le cose non cambiano in gara, con i due piloti imbottigliati per la lotta nei pressi della zona punti, senza però riuscire nell’intento. Si prevedono delle migliorie ad Imola, ma intanto la squadra di Kannapolis esce con zero punti dall’Australia e passa in tre gare dal terzo al settimo posto nel mondiale costruttori. Rispetto allo scorso anno è già un passo in avanti, ma il potenziale per raccogliere altri risultati c’è.