Siamo da oltre 60 giorni senza un primo ministro. Il Parlamento Italiano sta svolgendo solo attività di ordinaria amministrazione e la crisi di governo è sempre più pesante. Se il mercato auto sta dando dei segni positivi (nel mese di aprile la crescita è stata di oltre il 6%), l’attuale crisi di governo potrebbe far nuovamente scendere le vendite di autovetture nel nostro paese.
Nel 2017 sono state vendite in Italia circa 1,97 milioni di auto, ma siamo ancora distanti dai quasi 2,5 milioni del record del 2007. Certo, rispetto agli anni più bui (2011-2015) c’è stata una discreta ripresa, ma ancora non basta. La crisi di governo attuale potrebbe rendere reale il rischio di aumento dell’IVA già ad inizio del prossimo anno. Si passerebbe dall’attuale 22% al 24,2%. Poi l’aumento sarebbe portato al 24,9% a decorrere dal 1° gennaio 2020 ed infine al 25% dal 1° gennaio 2021.
Servirebbe trovare una cifra tra i 15 ed i 20 miliardi di euro per evitare questo aumento. Questa somma si potrebbe trovare solo avendo un governo stabile che metta mano alla spending review e vari provvedimenti per il recupero delle risorse. L’attuale crisi di governo sta quindi facendo perdere tempo all’Italia, tempo prezioso per scongiurare la catastrofe.
Secondo importanti studi, un aumento dell’IVA al 25% porterebbe ad una contrazione del mercato auto tra il 2 ed il 10%. Il che vorrebbe dire che la soglia dei 2 milioni di automobili vendute in un anno sarebbe un’utopia. Le conseguenze dell’attuale crisi di governo e quindi dell’aumento dell’IVA manterrebbero il mercato auto tra 1,6 ed 1,9 milioni di esemplari commercializzati.
Inoltre salirebbero anche le spese per eventuali costi paralleli: manutenzione, pezzi di ricambio, etc sarebbero rincarati de 3%. Insomma tasse su tasse che andrebbero a gravare sui cittadini italiani. In modo secondario poi, la crisi di governo andrebbe a ripercuotersi sugli stabilimenti di produzione auto. Meno vetture vendute, vuol dire anche meno vetture prodotte e quindi meno lavoro.
Ecco cosa ha riferito il presidente di Federauto, Adolfo De Stefani Cosentino: “Siamo molto preoccupati per il protrarsi dell’impasse sulla formazione del nuovo Governo. Ci uniamo alle dichiarazioni già espresse dal Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sulla imprescindibile necessità di disinnescare le clausole di salvaguardia che porterebbero un aumento dell’aliquota IVA al 25%. Il nostro settore ne sarebbe colpito in modo pesantissimo: vale la pena ricordare che detto aumento, misurato sul valore medio delle vetture vendute, comporterebbe un incremento del prezzo di circa 630 euro a veicolo“.