“Entro fine anno si potrebbe cominciare ad eliminare una tassa odiosa come il bollo auto. Voglio trovare i soldi per permettere ai cittadini che acquistano un’auto per la famiglia, che questa possa essere meno tassata. Il nostro obiettivo è fare in modo che entro fine anno ci sia una consistente riduzione o l’abolizione del bollo“.
Erano queste le parole che il vice premier Luigi Di Maio pronunciava ad Uno mattina una ventina di giorni fa. Da ieri si è aperta una profonda crisi di governo. La coalizione giallo-verde sembra si sia sfaldata dopo un periodo di liti sempre crescenti, con l’apice avutosi in settimana sul dibattito sulla TAV. Stando alle ultime notizie la crisi di governo dovrebbe portare a nuove elezioni nell’autunno di quest’anno.
Niente rimpasto, ma (forse) solo un governo tecnico di transizione per condurre il paese sino alle elezioni. Una brutta batosta per gli automobilisti italiani. La crisi di governo e le conseguenti dimissioni del premier Conte potrebbero far saltare tutti i buoni propositi sull’abolizione del bollo auto che erano stati manifestati negli ultimi tempi specialmente da parte dei Cinque Stelle. Il progetto di una drastica riduzione o di un’eliminazione totale del bollo auto doveva essere una delle priorità per l’autunno, da portare in aula entro la fine dell’anno.
La proposta di una riduzione del bollo auto o di una sua totale abolizione costerebbe, in termini di mancato gettito, una cifra tra i 3 ed i 7 miliardi di euro l’anno. Soldi che verrebbero tolti alle Regioni, attuale ente che riscuote il bollo auto. E come compensare queste mancate entrate?
Un miliardo circa potrebbe essere recuperato con un aumento delle vendite auto che si avrebbe eliminando il bollo, con un aumento del gettito IVA d conseguenza. Si stima che in Italia potrebbero essere vendute dalle 5.000 alle 10.000 vetture in più ogni mese se il bollo scomparisse. La cifra rimanente potrebbe arrivare dalla riformulazione delle accise sulla benzina, sostituendo di fatto solo il nome e destinando questi proventi alle Regioni. Infine altri proventi potrebbero tornare dal risparmio che avrà in futuro lo Stato italiano mantenendo lo spread sotto quota 210.
Di tutto ciò, a quanto pare, non se ne farà nulla. La crisi di governo ha già fatto salire lo spread dai 199 punti della scorsa settimana ai 212 dell’8 agosto (ed oltre 230 oggi). E nei prossimi giorni difficilmente avremo una tendenza al ribasso. Inoltre con un eventuale governo tecnico saranno portate avanti solo questioni di primaria importanza per il paese. Morale della favola, anche per tutto il 2019 non si porterà alla conclusione l’iter burocratico per vedere la soppressione del bollo auto. Vedremo se nel 2020 chi siederà al governo avrà buoni propositi per il mondo dell’auto in Italia.