Nel box del team satellite Yamaha ci sarà Cal Crutchlow a sostituire Andrea Dovizioso. IL collaudatore analizza i problemi della M1.
Ritorna a distanza di un anno nel paddock della MotoGP, sullo stesso circuito di Aragon, Cal Crutchlow prende posto nel team Yamaha RNF di Razlan Razali per sostituire Andrea Dovizioso. Disputerà sei gare da qui alla fine del Mondiale, con l’obiettivo di raccogliere dati utili per gli ingegneri della Casa di Iwata, al lavoro per allestire un pacchetto 2023 vincente. Una meticolosa raccolta feedback in vista del prossimo campionato, quando in griglia ci saranno solo due prototipi M1.
Crutchlow non è solo pilota, ma anche simpatico personaggio estroverso, pronto alla battuta e a mettere soggezione ai media che si ritrova difronte. Saranno otto settimane intense per il britannico, alle prese con sei gare due test, un solo obiettivo aziendale: offrire a Fabio Quartararo una Yamaha vincente per il prossimo Mondiale. L’addio di Andrea Dovizioso è un’occasione da sfruttare in tal senso, ma anche il primo punto di domanda.
Il veterano forlivese non è riuscito a portare al limite la moto di Iwata, stessa sorte tocca a Franco Morbidelli e Darryn Binder. Solo il campione francese è in grado di spremerla al massimo con il suo stile di guida, una situazione di cui il tester di Coventry è già ben a conoscenza: “So perché [le altre Yamaha] stanno faticando. Penso che abbiano l’effetto Marc Marquez, l’unico in grado di guidare la Honda. Yamaha sta lottando per rendere veloci gli altri piloti alla pari di Fabio“.
In realtà non sono i colleghi di marca a non andare al massimo, ma è Fabio Quartararo a compiere qualcosa di straordinariamente incredibile. “Faccio fatica dove ha faticato Dovizioso, ma so anche perché. E Fabio non fa fatica e so perché non fa fatica. Perché non è lento come noi in percorrenza di curva. Quindi non fa girare la gomma posteriore. È come un circolo vizioso…“.
Nel test di Misano sono arrivate le prime grandi novità in ottica 2023, a cominciare da una nuova specifica di motore che ha permesso di alzare l’asticella della top speed sul rettilineo. Anche se non potrà essere l’unico intervento da apportare al prototipo del prossimo anno. “Non credo che la Yamaha abbia bisogno del motore più veloce in griglia. I ragazzi devono essere competitivi, in grado di combattere. Al momento non possono lottare, quindi devono essere in grado di difendersi in rettilineo e di poter sorpassare. Penso che abbiano già fatto un grande passo avanti e vedremo quale sarà il prossimo“.