Soli 40 esemplari ad un prezzo di 5 milioni di euro. Sono i primi rumors sulla hypercar Bugatti Divo che sarà svelata in anteprima il 24 agosto in California durante il “The Quail – A Motorsports Gathering”. Tiratura limitata, grande possibilità di personalizzazioni, insomma la Bugatti Divo aprirà un nuovo capitolo delle auto da collezione destinate agli uomini più ricchi del mondo. La Bugatti Divo prende il nome da Albert Divo, pilota degli anni ’20 del secolo scorso che vinse due Targa Florio a bordo della Bugatti Tipo 35 (anni 1928 ed 1929).
La Divo coniugherà leggerezza ed altissime prestazioni. Stephan Winkelmann, Presidente di Bugatti, ha pronunciato queste parole parlando della hypercar che presumibilmente dovrebbe avere oltre 1.600 CV di potenza: “La felicità non è dietro la curva. È la curva stessa”. Potrebbe, infatti, essere ulteriormente evoluto il potentissimo V16 da 8.0 litri che attualmente equipaggia la Bugatti Chiron e che eroga 1.500 CV e 1.600 Nm di coppia. Ci troveremo quindi davanti ad una hypercar davvero estrema. Bugatti probabilmente vuole riprendersi il primo posto assoluto per quanto riguarda le prestazioni battendo Koenigsegg sia a livello di velocità massima che di accelerazione e ripresa.
Ognuna delle 40 Bugatti Divo sarà personalizzabile in maniera esclusiva. L’enorme carico aerodinamico della Bugatti Divo dovrebbe garantirle di toccare forti accelerazioni laterali in curva. Particolari anche interni di grandissimo pregio, visto il prezzo della Divo che come già detto sarà di circa 5 milioni di euro più tasse. Carrozzeria in fibra di carbonio per aumentare handling e per prestazioni da sogno. Bugatti sta incrementando notevolmente le proprie vendite pur rimanendo in un mercato estremamente di nicchia. Nel solo 2017 sono state oltre 70 le Chiron consegnate. Un grande traguardo se consideriamo che i prezzi della vettura oscillano tra i 2 ed i 2,5 milioni di euro. Sino già oltre 300 gli esemplari della Chiron prenotati sui 500 che ne saranno prodotti in totale. Il 43% degli ordini viene dall’Europa, mentre gli altri sono divisi tra Nord America (26%), Middle East (23%) e Asia-Pacifico (8%).
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