Anche il Veneto scende al fianco degli appassionati di veicoli storici. Come riporta il portale Vicenzapiù, il vicepresidente della Regione, Gianluca Forcolin, ha espresso concetti significativi (ve ne riportiamo alcuni ndr) verso un settore ormai al collasso. Il bollo auto sulle cosiddette “ventennali”, ovvero quelle con età compresa tra i 20 e i 29 anni di età, ha provocato notevoli ai proprietari degli stessi mezzi.
“Nessuna stangata in Veneto – afferma Forcolin – per i possessori di auto e moto con più di vent’anni di vita, iscritte da un registro storico. É stato il governo Renzi, con la legge statale di stabilità (L. 190/2014), a cancellare l’esenzione della tassa automobilistica per i veicoli di età compresa tra i 20 e i 29 anni”.
Lo stesso vicepresidente del Veneto, successivamente, spera in un provvedimento corretto da parte del nuovo governo nella prossima Legge di Stabilità: “Sono consapevole che per quasi 30 mila veneti proprietari di veicoli ultraventennali (tanti beneficiavano dell’esenzione prima del 1° gennaio 2015) l’obbligo di pagare il bollo, spesso oneroso a causa dell’elevata potenza dei modelli e degli aggravi introdotti per i motori ‘euro 0’, appaia una discriminazione rispetto ai loro vicini delle Regioni confinanti. Ma, ribadisco, che questo è l’effetto delle scelte centralistiche adottate dal governo Renzi e del mancato riconoscimento di specifici ambiti di autonomia regionale. In fondo alcuni precedenti in materia già ci sarebbero: l’esenzione dalla tassa di circolazione per i mezzi del volontariato adibiti a trasporti sociali e per quelli della protezione civile, che la Regione veneto può applicare in virtù di appositi ambiti di autonomia concessi dalla legislazione nazionale”.
“La battaglia della Regione Veneto, comunque, non si ferma qui. Porterò il problema all’attenzione della Conferenza delle Regioni -continua Forcolin- perché discuta con il nuovo governo l’auspicata armonizzazione di una tassa che incide in maniera determinante sulla propensione al collezionismo e sulla vitalità di un artigianato di qualità. Mi auguro che con la prossima legge nazionale di stabilità sia possibile operare un ripensamento e valutare, con oggettività, se valga la pena di affossare l’economia generata da auto e moto d’epoca, che vale posti di lavoro, indotto commerciale e promozione turistica, in nome di qualche milione di gettito fiscale garantito dal bollo”.