La benzina oggi è il più grande problema e la più grande preoccupazione di qualsiasi automobilista al mondo.
A causa del prezzo veramente elevato molte persone oggi preferiscono non spostarsi in macchina ma piuttosto farlo a piedi oppure attraverso i mezzi pubblici.
Tutto questo nonostante gli autobus ecc siano poco affidabili. Per il momento, ormai da mesi ad avere maggiore rilevanza è il risparmio.
Gli automobilisti, gli studenti e i lavoratori preferiscono rinunciare all’indipendenza, per andare meno possibile al rifornimento e quindi per spendere meno in carburante.
Cosa succederà nel 2023?
Le varie manovre attuate dal governo per mantenere il prezzo della benzina più basso possibile, non sono bastate perché il carburante, di qualunque genere, ha comunque raggiunto i 2 euro al litro.
Non si sa ancora se il taglio delle accise sarà applicato anche il nuovo anno o se un pieno arriverà a costare molto di più rispetto ad ora. Il che è un grosso problema che genera timori. Già da ora molte famiglie non riescono ad arrivare alla fine del mese perché le spese sono troppe e tutte elevate.
A questo proposito irrompe la proposta dell’associazione Lucania risvegliati, si tratta a tutti gli effetti di una proposta di legge chiamata esenzione totale delle accise, che ha a che fare con il gasolio, con la benzina, con il gas, il metano, l’energia elettrica e così via.
Tutto questo non per tutti i territori ma soltanto per i privati e per le aziende che operano in Basilicata da più di 5 anni o da 5 anni almeno.
Ecco perché è stata pensata la proposta di legge
La proposta mira a rendere la zona libera come Livigno, quindi con una tassazione più favorevole, che non pesa sui contribuenti. Diversamente dal comune Lombardo l’esenzione dalle accise andrebbe a riguardare soltanto i residenti e non tutti gli altri.
Franco Di Biase, nonché uno degli undici firmatari della proposta che è stata presentata alla Corte di Cassazione e poi pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ha spiegato che la richiesta dell’azzeramento delle accise probabilmente è arrivata come risarcimento del via libera alle trivellazioni.
Le trivellazioni sono state richieste dal governo Draghi in passato, fortemente volute dal Premier.
Oggi la Basilicata ha tutte le carte in regola per essere una delle tante zone Franche in Italia soprattutto considerato il fatto che è diventata zona di trivellazione nonostante la popolazione fosse nettamente contraria.
Adesso il comitato ha 6 mesi per completare la raccolta di 50.000 firme, qualora si dovesse raggiungere l’obiettivo la proposta di legge finirebbe dritta tra le mani del Parlamento.