La storia della banda della Uno bianca risale agli anni 80-90 e ha praticamente terrorizzato tutta l’Italia, in particolar modo due regioni, ovvero le Marche e l’Emilia Romagna.
Si tratta di banditi che viaggiavano su una Uno bianca commettendo crimini su crimini. Uccisero ben 24 persone. Gli inizi della banda della Uno bianca in realtà sono collegati ad una Fiat Regata.
Soltanto dopo i primi “colpi” scelsero di usare un’auto comune che per tattica, veniva distrutta dopo ogni utilizzo e sostituita con un’altra Fiat Uno, sempre Bianca.
La storia della Banda della Uno bianca
La banda iniziò ad operare nel 1987 portando a termine una serie di rapine presso i caselli autostradali, circa una dozzina furono derubati in poche ore. Sceglievano proprio i caselli perché in ognuno di essi era presente una cassa piena di denaro a qualsiasi ora del giorno, dato che ai tempi non c’era ancora la possibilità di pagare tramite Telepass o tramite carte di credito e bancomat.
L’episodio che certamente tutti ancora oggi ricorderanno è quello dell’auto concessionario che si rifiutò di pagare il pizzo alla banda della Uno bianca denunciando i fatti alle forze dell’ordine. I banditi durante la finta consegna del denaro da parte del concessionario di auto, reagirono mettendo in atto uno scontro a fuoco con la polizia. A seguito del dello scontro un poliziotto perse la vita mentre gli altri rimasero feriti.
La banda della Uno bianca riuscì a scappare e quel delitto fu soltanto il primo di una lunga serie. Da quel momento in poi, cominciarono a colpire i furgoni portavalori scegliendo il gruppo Coop, Uccisero guardie giurate, un passante e due carabinieri proprio durante una rapina al portavalori. Il messaggio che lasciavano era chiaro, nessuno avrebbe dovuto ostacolarli, né denunciarli.
L’arresto e la condanna della banda della Uno bianca
Successivamente, presero di mira le banche, i tabaccai, i distributori del carburante. Ma una strage in particolare, avvenuta nel 1991 lasciò tutti senza parole. Fu chiamata la strage del Pilastro. Venne colpita una pattuglia dei Carabinieri, crivellata di colpi di arma da fuoco. I militari furono uccisi dalle raffiche di proiettili, scaricati contro di loro senza pietà. Erano tutti ventenni.
I fondatori della banda erano i fratelli Fabio, Roberto, Alberto. La storia e la lunga serie di reati, si concluse nel 1996 con il processo che li condannò all’ergastolo. Nel 1998 il padre dei tre fratelli Savi, si uccise con dei sonniferi, dentro una Fiat Uno Bianca. Lo Stato, ha dovuto risarcire i danni ai parenti delle 24 vittime, pagando loro 20 miliardi di lire.