Ti sei mai chiesto quale fosse la differenza tra autovelox blu e arancioni? Andiamo a scoprirlo insieme, forse non ci crederai.
Quante volte ti è capitato di rallentare improvvisamente per una colonnina autovelox blu o arancione di cui non conoscevi l’esistenza non sapendo se fosse attiva o meno? Tante.
Queste apparecchiature sono state studiate per beccare i conducenti che vanno un po’ troppo di fretta, specie sulle strade urbane ma spesso, se non soprattutto, anche sulle provinciali in prossimità dei centri abitati.
Sappiamo anche che a volte questi “box” funzionano soltanto se le forze dell’ordine hanno predisposto quella che si definisce come un’apparecchiatura mobile utile al rilevamento della velocità di passaggio.
Quindi sì, a volte sono semplicemente delle scatole vuote, altre invece sono effettivamente attivi e bisogna fare attenzione al loro passaggio onde evitare di prendere le multe. Ma qual è la differenza tra l’autovelox blu e quello arancione? È presto detto.
Autovelox blu o arancione: quali sono le differenze e arrivano davvero le multe?
Partiamo dal protagonista del nostro titolo: l’autovelox blu. Le colonnine di questo colore si distinguono per una forma squadrata e un materiale in metallo.
Questi box sono dotati di un apparecchio fisso attivo notte e giorno che può includere tecnologia laser, telecamera digitale a infrarossi per il riconoscimento delle targhe e con tanto di gestione da remoto in modo che le forze dell’ordine possano contestare immediatamente le sanzioni.
Attenzione, perché non si parla solo di velocità, perché all’interno di queste scatole del terrore può essere presente un sistema che, dal semplice riconoscimento della targa, è in grado di capire se il veicolo è dotato di copertura assicurativa, revisione o, peggio, se si tratta di una macchina rubata o sottoposta a sequestro.
Passiamo invece alle colonnine autovelox arancioni, altrimenti noti come Velo Ok. Sono quelle più diffuse e le vediamo praticamente ovunque: strade, autostrade, statali, provinciali e quant’altro ancora.
Sono costruiti con una forma cilindrica e del materiale plastico, con un oblò al centro o in posizione medioalta per favorire l’installazione dell’apparecchio mobile.
Esatto, mobile, perché queste colonnine in realtà sono spesso vuote e servono semplicemente come dissuasori per far sì che gli automobilisti rallentino comunque presi dal dubbio che altrimenti rischierebbero una multa.
Ma, appunto, questa multa si rischia davvero? Certo, ma solo se è presente una pattuglia sulle immediate vicinanze opportunamente segnalata da segnali stradali che non costringano l’utente a frenare improvvisamente.
Le norme in tal senso sono molto severe: i cartelli che segnalano i dispositivi autovelox devono essere posizionati ad una distanza ritenuta coerente con la possibilità per l’automobilista di rallentare gradatamente e non pericolosamente.
In caso contrario, anche se venisse comminata una multa, avresti tutto il diritto di fare ricorso e, con buona probabilità, di vincerlo.