Continuano i rincari, e riguardano anche le autostrade. Pare che i prezzi siano alle stelle e ci sono previsioni nere per il 2023. Scopriamo quanto costerà il pedaggio il prossimo anno!
Non hanno tregua gli aumenti su beni e servizi nel nostro paese e anche le autostrade non sono da meno. Per il 2023 sono infatti previsti aumenti per i pedaggi autostradali, inevitabili visti i costi di manutenzione delle società che le gestiscono. Già nel 2022 ci sono stati rincari sul 98% della rete.
Stando a quanto detto dal Sole 24 Ore, al momento sono state presentate le richieste ma il governo deve ancora fare le sue valutazioni. Spetterà ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia autorizzare le richieste di aumento.
Chiesti aumenti al governo dai gestori autostrade
Autostrade per l’Italia (Aspi), gestore di circa il 50% della rete stradale sottoposta a pedaggio, ha chiesto aumenti al governo pari all’1,5%. La spesa prevista per Aspi sull’ammodernamento della rete ammonta a 21,5 miliardi.
Per la manutenzione la spesa è pari a 7 miliardi, mentre per gli interventi verranno utilizzati 14,5 miliardi. Fra gli interventi sono previsti il passante di Bologna, la gronda di Genova e verranno realizzate nuove corsie.
A richiedere aumenti è anche il gruppo Gavio, riguardante però le autostrade in concessione. Lo scopo è quello di aumentare le tariffe sui contratti in essere che su quelli da fare.
Quanto costerà il pedaggio nel 2023
Nel primo semestre del 2022 gli investimenti sono stati pari a 360 milioni e sono state realizzate tante opere nuove. La spesa a fine anno dovrebbe ammontare a 700 milioni di euro.
La richiesta degli aumenti avanzata da Gavio non ha specificato l’ammontare della percentuale, a differenza di quanto ha fatto Autostrade, in quanto le richieste varieranno a seconda delle tratte. Anche Teem (Tangenziale est esterna di Milano) ha avanzato la sua richiesta di aumenti, sottolineando di tendere al +3,5%.
Le richieste verranno valutate dal governo, che poi prenderà le opportune decisioni. Ad ogni modo, pare che le richieste di aumenti sul pedaggio in Italia siano inferiori rispetto a quelli consentiti in altri paesi europei come la Spagna e la Francia, dove si sono assestate rispettivamente al +4% e al +4,7%.