Auto rotta, ora rimani a piedi per settimane: meccanici nel panico

Le nuove auto sempre più tecnologiche stanno complicando il lavoro dei meccanici indipendenti: potremmo dover aspettare tantissimo.

meccanico in difficoltà
meccanico in difficoltà – Motori.news

Negli ultimi dieci anni, le auto sono diventate sempre più complesse e tecnologiche. Una tecnologia che, dobbiamo dirlo, ci piace tanto perché ci da l’impressione di avere dei veicoli più intelligenti, capaci di far tutto e che si sposino benissimo anche con la multimedialità.

D’altro canto una direzione del genere finisce per complicare il lavoro delle officine dei meccanici indipendenti: quando si tratta di riparare un’auto di ultima generazione, infatti, il rischio sempre più concreto è quello di non riuscire a rispondere in tempo con i pezzi necessari. A volte, se hai fretta, finisci per rivolgerti all’officina ufficiale, che si presenta con preventivi ben diversi.

E non è solo una questione di mezzi fisici, perché la riparazione di macchine sempre più complesse e computerizzate richiede di conseguenza delle conoscenze che non tutti i meccanici indipendenti sono in grado o interessati ad apprendere. Un rapporto pubblicato da Focus Advisor, società di consulenza specializzata nel settore, ci dice che solo l’anno scorso sono scomparse più di 300 officine a conduzione familiare.

Auto sempre più tecnologiche e complesse da riparare: meccanici in difficoltà?

Il discorso è ovviamente più complesso di così perché bisogna considerare diversi fattori, mercati differenti e anche abitudini che possono variare da un mercato all’altro. Sta di fatto che la deriva tecnologica delle auto di ultima generazione è attiva da qualche tempo e non può che espandersi ulteriormente nei prossimi anni.

Meccanici in officina
Meccanici al lavoro – Motori.news

Questo comporta anche tempi di riparazione e consegna più lunghi in caso di guasti, come certifica CCC Intelligent Solutions, azienda specializzata nella vendita di software per agenzie automobilistiche assicurative: lo scorso anno, ci sono voluti in media circa 2 giorni in più per riparare un automobile rispetto al 2019.

Il problema è che anche operazioni che una volta erano più semplici ora richiedono diverso tempo: se la convergenza va da un lato, se c’è una vibrazione al volante o qualsiasi cosa che riguardi le sospensioni bisogna effettuare una regolazione completa. Oggi un’operazione del genere può richiedere fino a 9 ore, mentre solo dieci anni fa sarebbero bastati 90 minuti.

Il motivo? Gli indiscutibilmente apprezzati sistemi di assistenza alla guida come il rilevamento automatico della corsia, la partenza in salita assistita, il parcheggio autonomo e così via. I meccanici, oltre agli aspetti più pratici, devono concentrarsi anche sulla corretta regolazione di sensori ed eventuali telecamere che regolano questi sistemi.

Concept auto futuro
L’auto del futuro? – Motori.news

Non è un caso allora che per alcuni marchi automobilistici la riparazione è strettamente consigliata solo con strumentazioni ufficiali e, di conseguenza, molto costose. Le officine indipendenti potrebbero essere costrette a spendere davvero tanti soldi, nell’ordine di centinaia di migliaia di euro, per mettersi in regola per dotarsi di tutto ciò che serve per riparare regolarmente alcune auto.

Un gioco che può valere la candela per sopravvivere nel mercato? Certo, ma non tutti possono fare questo ragionamento, specie i meccanici più anziani, vicini alla pensione, che possono decidere di rinunciare piuttosto di spendere imponenti cifre che rischiano di non rientrare mai.

Il ricambio generazionale peraltro non è incentivato: non sono molti i giovani disposti a iniziare in officina, vuoi per i salari bassi, vuoi per altre prospettive ritenute più allettanti, sta di fatto che per fronteggiare un mercato dell’automobile servono anche risorse umane, sempre più difficili da trovare.

L’ipotesi degli esperti è che le autofficine del futuro possono trasformarsi in grandi agglomerati, in cui sono incluse a loro volte diverse officine una volta indipendenti. Senza contare che si parla già della transizione all’elettrico o ad altre forme di motori, che richiederanno altro personale specializzato e probabilmente un’altra rivoluzione.

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