Non tutte le cose che si leggono sull’elettrico sono vere. Scopriamo alcune falsità sulle auto elettriche che girano sul web. Ecco cosa c’è da sapere.
Il processo di transizione ecologica è in atto. Fra meno di 12 anni non si venderanno più auto a benzina o a gasolio. Questa è la decisione che sembrerebbe aver preso la Commissione Europea, fra le tante mosse per arginare il problema massiccio del cambiamento climatico.
Dal 2035, quindi, ci sarà lo stop alla vendita delle auto con motore endotermico. Già da qualche anno assistiamo a un processo di cambiamento in tal senso, con l’introduzione sul mercato di modelli di macchine ibride o fuel electric.
In pratica, ogni marchio automobilistico si sta adeguando al cambiamento, producendo e immettendo in commercio modelli di auto a zero o a basse emissioni. L’obiettivo primario di tutti è quello di ridurre al minimo – già in questi anni – l’inquinamento ambientale sempre più dilagante, specie nelle grandi metropoli del mondo.
Anche i più scettici sul problema del cambiamento climatico, si stanno ricredendo vedendo – fra le tante cose – le tristi immagini dello scioglimento della calotta polare. L’abolizione delle emissioni nocive dai gas di scarico delle auto è solo una delle tante mosse che saranno messe in pratica. Il pianeta ha bisogno del nostro aiuto.
Nonostante la diffusione maggiore delle auto elettriche, sono ancora tante le persone che credono ad alcune leggende metropolitane su di esse. In questo articolo, vogliamo smascherare alcune fake news, in modo tale da potervi far vivere il cambiamento con maggiore serenità e sicurezza. Ecco tutti i dettagli in merito.
Molte persone non accettano il cambiamento. Vedono il tutto, infatti, come una sorta di perdita di certezze. Un semplice rifornimento di benzina che viene meno, quindi, può generare ansia e paura immotivata. Sono in molti, quindi, a costruirsi una sorta di corazza contro la diffusione delle auto elettriche.
Si inizia, perciò, a credere a diversi tipi di leggende metropolitane che circolano con sempre più larga diffusione sul web. Come detto, proveremo a smascherare queste falsità, facendoti notare come le auto elettriche non presentino tutti questi ostacoli insormontabili, come si è spesso portati a credere.
Il marchio Jaguar Land Rover ha pubblicato una sorta di guida contro ben 20 fake news che circolano prepotentemente fra i comuni mortali, dal titolo “Sfatiamo le Fake News sull’auto elettrica”.
L’obiettivo del marchio è quello di incentivare il cambiamento, stimolando le persone a credere a ciò che oggettivamente c’è di vero sulle auto elettriche. I luoghi comuni, spesse volte, sono radicati. Combattere il tutto, quindi, è una priorità di chi vuole diffondere cultura e verità.
Quali sono le fake news maggiormente radicate fra le persone? Ecco tutto quello che c’è da sapere in merito.
Una delle fake news che circolano sul web riguarda gli infiniti tempi di ricarica per alcune auto elettriche. La guida, invece, sottolinea come tale affermazione sia del tutto falsa. Le colonnine Fast Charge, sempre più diffuse un po’ ovunque, consentono di ricaricare l’80% della batteria del veicolo in circa 20 minuti.
Entro il prossimo anno, nel nostro Paese ci saranno più di 20 mila di questi punti di ricarica ultraveloci. Il cambiamento passa anche da qui.
Se è vero che le auto elettriche al momento abbiano un costo medio superiore a quello delle auto endotermiche, non è altrettanto vero ciò che si dice in giro in merito ai costi di ricarica.
L’aumento dell’energia elettrica c’è stato nell’ultimo periodo. Nonostante ciò, ricaricare una auto elettrica ha ancora un risparmio medio di circa il 30% rispetto a una vettura a benzina appartenente a uno stesso segmento di mercato.
Le ricariche pubbliche, inoltre, spesse volte usufruiscono di tariffe bloccate, in modo tale che il prezzo possa alzarsi o abbassarsi in modo del tutto irrisorio. In tal caso, infatti, le tariffe saranno sempre comprese tra i 0,31 e i 0,35 €/kWh.
Le batterie usurate devono essere buttate? Assolutamente no. Questa è un’altra leggenda metropolitana che corre veloce. Esse, infatti, possono avere una “seconda opportunità” nell’essere utili. Come? Nel rendere la produzione di elettricità più efficiente negli impianti di stoccaggio.