Arresti in casa Audi, infatti l’amministratore delegato Rupert Stadler è finito in manette a causa dello scandalo Dieselgate. Secondo quanto comunicato dai magistrati in una nota, l’arresto è motivato dal rischio di occultamento delle prove. La scorsa settimana presso l’abitazione del manager sono state effettuate perquisizioni approfondite e anche Audi, controllata dal gruppo Volkswagen, ha confermato la messa in stato di arresto.
“L’imputato è apparso davanti al giudice istruttore, che gli ha ordinato la custodia cautelare“, ha sottolineato in una nota l’ufficio del procuratore di Monaco. Il procuratore sostiene che Audi avrebbe venduto negli USA e in Europa a partire dal 2009 almeno 210 mila vetture con motori diesel dotati di quel software in grado di alterare i dati delle emissioni.
Stadler risulta indagato insieme ad altri esponenti del consiglio di amministrazione della società. Il mese scorso l’agenzia federale tedesca Kba ha ordinato il richiamo di 60 mila modelli Audi A6 e A7 con motori diesel in cui sono stati riscontrati problemi di emissioni. Al manager è contestato il reato di frode e l’aver contribuito all’emissione di certificati falsi.
A febbraio i pubblici ministeri hanno perquisito la sede centrale di Audi a Ingolstadt e gli uffici nello stabilimento di Neckarsulm, nel sud della Germania. Fino ad ora soltanto l’ex capo dello sviluppo del motore Audi e membro dell’esecutivo Porsche era stato indagato. Il gruppo VW sta fronteggiando procedimenti legali in 55 paesi, oltre all’inchiesta sulla presunta manipolazione del mercato azionario nel suo mercato nazionale.
Complessivamente il gruppo ha dovuto accantonare 27 miliardi di euro per fare fronte a sanzioni, riacquisto azioni e costi mentre gli investitori la accusano di aver informato il mercato troppo tardi dell’inchiesta. Ovviamente questa notizia si sta ripercuotendo anche sui mercati azionari con il risultato che il titolo Volkswagen ha perso l’1,6% in Borsa. Non ci resta che attendere ulteriori notizie sul caso che arriveranno molto presto.
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