Il decreto trasparenza ha scoperchiato il vaso di Pandora: denunciati diversi distributori, alcuni mettevano persino l’acqua nel diesel.
Con il nuovo caro carburante causato dall’eliminazione del taglio sulle accise, il Governo ha deciso di provare a tendere una mano nei confronti degli automobilisti cercando di fermare il più possibile la speculazione sui nuovi prezzi.
In questo senso nasce l’ultimo decreto trasparenza, che ha causato l’ira delle stesse stazioni di rifornimento che hanno annunciato due giorni di sciopero per protestare contro le disposizioni del governo che prevedono, tra le altre cose, anche l’esposizione del prezzo medio nazionale di fianco ai prezzi al litro praticati dal distributore.
Nel frattempo, si intensificano i controlli e l’ultima scoperta fatta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce ci spinge tutti a fare attenzione nei confronti dei furbetti. L’esempio del Salento è valido per tutta Italia dato che si tratta di pratiche piuttosto diffuse, come quella di “allungare” il diesel con l’acqua. Vediamo di cosa si tratta.
Acqua nel diesel: occhio alla truffa, distributori di carburante denunciati
I finanzieri hanno effettuato il controllo su ben 47 stazioni di servizio: 19 di queste sono state denunciate per evidenti violazioni, come la mancata comunicazione dei prezzi praticati al Ministero delle Imprese e del Made in Italy oltre alla mancata esposizione degli stessi per ogni tipologia di erogazione, come previsto appunto dall’ultimo decreto trasparenza.
Molto interessante è la violazione accertata da parte di un distributore che è stato accusato addirittura di frode nell’esercizio del commercio. I campioni di carburante diesel prelevati per un controllo contenevano una quantità d’acqua superiore a quella prevista dai minimi di qualità stabiliti dalla normativa europea. Nei confronti del rappresentante legale della stazione di rifornimento in questione è stata emessa denuncia alla Procura della Repubblica di Lecce.
Un’altra irregolarità importante è stata riscontrata da parte di un automezzo adibito al trasporto di 17 contenitori di GPL i quali sono risultati non regolarmente collaudati come prevedrebbe la legge in tal senso. La scoperta è stata fatta dalla Guardia di Finanza della Compagnia di Gallipoli che, approfondendo la questione con un intervento, ha trovato un deposito nel comune della stessa cittadina non dichiarato al fisco che conservava ben 15 bombole piene e 26 bombole vuote per 185 chilogrammi di GPL e una capacità complessiva di quasi 400 chili.
Tutte queste bombole sono state scovate senza i requisiti minimi di sicurezza, oltre al conseguente certificato per la prevenzione di incendi. I finanzieri hanno dunque proceduto al sequestro di tutto il materiale e alla denuncia a piede libero del legale rappresentante anche di questa società.
Un monito dunque a fare attenzione perché, oltre alla speculazione sui prezzi, può essersi attivata anche un conseguente tentativo di fornire carburante che non rispecchia gli standard minimi di qualità imposti dall’Unione Europea e che potrebbero compromettere la salute della nostra vettura.