C’è un rischio enorme che riguarda chi utilizza questo stratagemma tra i camionisti: la multa è salata e c’è anche il ritiro della patente.
Gli autotrasportatori fanno una vita durissima. Lo sappiamo: ore e ore a macinare chilometri, in condizioni meteo e di traffico a volte tragiche, riposo scomodo, lunghe attese per caricare e scaricare, pranzi e cene in trattorie che rappresentano un rifugio caldo nella stagione invernale.
Una vita che è ovviamente sottoposta a dure regolamentazioni perché scadenze strette possono portare alcuni camionisti a guidare per ore senza fermarsi accumulando tuttavia stanchezza che può diventare pericolosa non solo per loro, ma soprattutto per gli altri.
Per questa ragione, l’Unione Europea e naturalmente l’Italia dispongono che all’interno di ogni mezzo pesante ci sia un tachigrafo digitale, altrimenti noto come “scatola nera”, che effettua una raccolta, analisi ed elaborazione di dati dei tempi e modalità di guida, riposo incluso.
Occhio però perché è diffusa abitudine quella di manomettere o addirittura disattivare il tachigrafo: in questo modo la ditta autotrasportatrice attua una sorta di concorrenza sleale contro gli avversari, avendo la possibilità teorica di poter percorrere più chilometri in meno tempo.
Una pratica naturalmente vietatissima, oltre che molto pericolosa, e che per questa ragione viene punita duramente dal Codice della Strada.
Tachigrafo digitale disattivato o manomesso: multe per migliaia di euro
L’articolo 179 del Codice della Strada regola questa questione e prevede multe che partono da 849 fino ad arrivare a 3396 euro per l’autista, oltre a conseguente sospensione della patente di guida per un periodo compreso tra i 15 giorni e i 3 mesi.
Le cose si fanno più gravi in caso di manomissione del dispositivo: qui parliamo di una multa che raddoppia, con cifre che possono superare i 6700 euro. Come fa la polizia ad accorgersene? È molto semplice.
La Polizia Stradale, nella routine dei controlli di pattugliamento delle strade, specie sulla rete autostradale, ha facoltà di effettuare un check approfondito del tachigrafo che consiste nell’analisi dei tempi di guida e della velocità del veicolo.
Grazie a questo lavoro, le forze dell’ordine sono in grado di capire se è presente un software manomesso che permetta di percorrere più chilometri rispetto a quelli consentiti per legge, dando un vantaggio alla ditta che effettua il trasporto rispetto alla concorrenza che si attiene alle regole.
E poi, come detto, c’è un pericolo stradale, perché in questo modo l’autista è costretto a percorrere un maggior numero di chilometri sacrificando evidentemente delle ore di riposo di cui avrebbe diritto con conseguenze che possono diventare anche tragiche.
Detto questo: nei casi si venga beccati scatta subito la super multa che abbiamo visto qualche paragrafo fa, il ritiro della patente dell’autista fino a 3 mesi e il sequestro del dispositivo di controllo.
Un danno non da poco anche per la ditta che si ritroverà senza autista, problemi nel recupero della merce e conseguente riorganizzazione della consegna, stavolta in tempi regolari.